letteraria (a)1, perocché tal natura poetica di tai primi uomini, in queste nostre ingentilite nature, egli è affatto impossibile immaginare e a gran pena ci è permesso d’intendere. Tali caratteri si truovano essere stati certi generi fantastici (ovvero immagini, per lo più di sostanze animate, o di dèi o d’eroi, formate dalle lor fantasia), ai quali riducevano tutte le spezie o tutti i particolari a ciascun genere appartenenti; appunto come le favole de’ tempi umani, quali sono quelle della commedia ultima, sono i generi intelligibili, ovvero ragionati dalla moral filosofia, de’ quali i poeti comici formano generi fantastici (ch’altro non sono l’idee ottime degli uomini in ciascun suo genere), che sono i personaggi delle commedie. Quindi, sì fatti caratteri divini eroici si truovano essere state favole, ovvero favelle vere; e se ne scuoprono l’allegorie, contenenti sensi non già analoghi ma univoci, non filosofici ma istorici di tali tempi de’ popoli della Grecia. Di più, perchè tali generi (che sono, nella lor essenza, le favole) erano formati da fantasie robustissime, come d’uomini di debolissimo raziocinio, se ne scuoprono le vere sentenze poetiche, che debbon essere sentimenti vestiti di grandissime passioni e, perciò, piene di sublimità e risveglianti la maraviglia. Inoltre, i fonti di tutta la locuzion poetica si truovano questi due, cioè: povertà di parlari e necessità di spiegarsi e di farsi intendere; da’ quali proviene l’evidenza della favella eroica, che immediatamente succedette alla favella mutola per atti o corpi ch’avessero natural rapporto all’idee che si volevan significare, la quale ne’ tempi divini si era parlata. E, finalmente, per tal necessario na-
- ↑ (a) e, fatta finalmente, ci ha dato i principii di questa Scienza. Lo che qui diciamo per avvisarti, o leggitore, della grande difficoltà che quivi dovrai incontrare per intenderne i principii; la quale gli prende da tal maniera di pensare per caratteri poetici, la qual or è impossibile immaginare. Che, se non sei menato a leggerne questi libri, se non da voglia di apprendere nuovi lumi di vero, almeno da una indifferente curiosità di veder cosa portino di nuovo, e se non sei assistito da una invitta Metafisica, la quale non oscuri i lumi della pura ragione con le nebbie delle anticipazioni concepute in forza di vana fantasia e invigorite da ostinata memoria, — lascia da principio di leggergli, perchè quindi prendono il lor principio. Tali caratteri, ecc.