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30 | idea dell'opera |
Il timone s’inchina a piè dell’altare, perchè tali famoli, siccome uomini senza dèi, non avevano la comunione delle cose divine e, ’n conseguenza delle quali, nemmeno la comunità delle cose umane insieme co’ nobili e, principalmente, la ragione di celebrare nozze solenni, ch’i Latini dissero connubium; delle quali la maggior solennità era riposta negli auspici, per gli qual i nobili si riputavano esser d’origine divina e tenevano quelli essere d’origine bestiale, siccome generati da’ nefari concubiti (a)1. Nella qual differenza di natura più nobile si truova, egualmente tra gli Egizi, Greci e Latini, che consisteva un creduto natural eroismo, il quale troppo spiegatamente ci vien narrato dalla
storia romana antica.
Finalmente, il timone è in lontananza dall’aratro, ch’in faccia dell’altare gli si mostra infesto e minaccevole con la punta; perchè i famoli, non avendo parte, come si è divisato, nel dominio de’ terreni, che tutti eran in signoria de’ nobili, ristucchi di dover servire sempre a’ signori, dopo lunga età, finalmente, faccendone la pretensione e perciò ammutinati, si rivoltarono contro gli eroi in sì fatte contese agrarie, che si truoveranno assai più antiche e di gran lunga diverse da quelle che si leggono sopra la storia romana ultima. E, quivi, molti capi d’esse caterve di famoli sollevate e vinte da’ lor eroi (come spesso i villani d’Egitto lo furono da’ sacerdoti, all’osservare di Pier Cuneo, De Republica Hebræorum), per non esser oppressi e truovare scampo e salvezza, con quelli delle loro fazioni, si commisero alla fortuna del mare ed andarono a truovar terre vacue per gli lidi
- ↑ (a) senza il timore d’una qualche divinità. Nella qual, ecc.
de’ saggi e forti; i quali, se i principii non san vedere o non possono ritruovare, allora certamente essi anderanno a servire popoli e nazioni ch’avranno mente migliore. Ond’è falso quello: — che 'l mondo fu sempre di coloro ch’hanno più forza di corpi e d’armi;— ma vero è questo: — che ’l mondo fu sempre di que’ popoli e’ hanno più forza di mente (che è la verità) e, quindi, più di civile virtù. Perchè ’l mondo romano era già ricolmo di viltà e sozzo di tutti i fraudolenti vizi, quando fu lacerato e guasto da’ barbari, ch’eran incomparabilmente più generosi, siccome coloro che avevano più schiettezza e più verità. — Il timone, ecc.