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10 occasione di meditarsi quest'opera

ce ne avvanzò generosamente questo giudizio: qui (libri) mihi occasionem præcebebunt ostendendi nostris septentrionalibus eruditis acumen et ertiditìonem non minus apud Italos inveniri quam apud ipsos; imo vero doctiora et amtiora dici ab Italis quam quæ, frigidiorum orarum incolis expectari queat.

Né già questo dee sembrare fasto a taluni, che noi, non contenti de’ vantaggiosi giudizi da tali uomini dati alle nostre opere, dopo le disappruoviamo e ne facciamo rifiuto; perchè questo è argomento della somma venerazione e stima che noi facciamo di tali uomini, anzi che no. Imperciocché i rozzi ed orgogliosi scrittori sostengono le lor opere anche contro le giuste accuse e ragionevoli ammende d’altrui; altri, che, per avventura, sono di cuor picciolo, s’empiono de’ favorevoli giudizi dati alle loro, e, per quelli stessi, non più s’awanzano a perfezionarle. Ma a noi le lodi degli uomini grandi hanno ingrandito l’animo di correggere, supplire ed anco in miglior forma di cangiar questa nostra. — Cosi condenniamo le Annotazioni, le quali per la via niegativa andavano truovando questi Principii; perocché quella fa le sue pruove per isconcezze, assurdi, impossibilità, le quali, co’ loro brutti aspetti, amareggiano piuttosto che pascono l’intendimento; al quale la via positiva si fa sentire soave, che gli rappresenta l’acconcio, il convenevole, l’uniforme, che fanno tutta la bellezza del vero, del quale unicamente si diletta e pasce la mente umana. Ci dispiacciono i libri del Diritto universale, perchè in quelli dalla mente di Platone ed altri chiari filosofi tentavamo di scen-



    cum quo colloqui poteris, ut ecquid spei sii reliquum intelli igamus. — Vale, virclarissime, meque inter egregiæ tuæ eruditionis iustos æstimatores numerato. Pluribus postea, si commercitim literarium Inter nos instituere liceat, de eiusmodi rebus agemus. Iterum vale. — Dabam festinanti manu Amstelodami, ad diem 8 septembris MDCCXXII.

    blioteche, cioè universale, scelta e quest’ultima1, non aveva altro scritto che in Italia non si lavoravano opere che, per ingegno e dottrina, potessero stare a petto di quelle che si travagliavano in oltremonti, in una lettera, ecc.

  1. Ossia, la Bibliothèque universelle et historique (Amsterdam, 1686-1693 in 26 voll., in-12; la Bibliothèque choisie pour servir de suite à la Bibl. univers. histor.(Amsterdam, 1703-13), 28 voll., in-12; e la Bibl. ancienne et moderne (Amsterdam, 1714-27), 28 voll, in-18.