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temente restituite certe forme antiquate, fiorentineggiami o insuete, assai care al Vico («arebbe * e simili; «priegò», «niegò», «ritruovò», «appruovò», «leggé»,e simili; «suppremo», «oppinione» o «oppenione», «diffendere» , «proccurare», «mattematica», «auttore» e simili; «dopoi» e simili, ecc.). Altre volte ci è parso che il Villarosa s’avvedesse dell’errore, ma non fosse felice nell’emendarlo; come, p. es., lá dove, a proposito della fisica epicuraica e delle parti ultime dei corpi (16.12), corresse «finse legi indivisibili» in «finse pezzi indivisibili», mentre con la semplice sostituzione d’una «s» a una «g» s’ha quella che è certamente la vera lezione: «finselesi indivisibili»; o dove (51.34) corresse «asiari» in «assiri», ch’era da correggere, invece, in «asiani», giacché Scoverta delle repubbliche eroiche uniformi tra ’ latini, greci ed asiani suona appunto il titolo del xxxiv capitolo del secondo libro della prima Scienza nuova. Analogamente (p. 7), c’è parso impossibile, come credè il Villarosa, che il tipografo veneziano leggesse ben quattro volte «il Maria» lá dove il Vico avrebbe scritto «il Gianattasio»: abbiamo creduto invece che il Vico, designato la prima volta quell’avvocato col nome e cognome («Nicolò Maria Gianattasio»), lo indicasse le quattro volte successive col semplice nome, preceduto due volte dall’articolo (anche parlando di sé dice piú d’una volta «il Giambattista»), e scrivesse abbreviativamente «il N. Maria*: da che la svista del tipografo, che, non comprendendo il valore di quella «N.» e sopprimendola, converti il povero Gianattasio in ermafrodito. Altre volte infine, malgrado la necessitá della correzione, il Villarosa lasciò inalterato il testo (e l’abbiamo perciò emendato noi): come p. es., «non tutti» in «ma tutti» (31.34); «teologia» in «filologia» (39.16); «filosofia» in «filologia» (41.16); «astronomia» in «geografia» (49,35-6) ecc. Noteremo ancora che per motivi di coesione sintattica, s’è qui, in pochi periodi, aggiunta o soppressa o lievemente mutata qualche parola: p. 3, 1. io «per gli cui molti», soppresso «cui»; p. 16, 1. 7 «niegando» corretto in «niegava»; p. 35, 1. 28 «e fondarvi», corretto e supplito «fu mosso a fondarvi»; p. 36, . 25, supplito «mostrò». Tuttavia è probabile che quei periodi senza verbo principale fossero congegnati proprio cosi dall’autore, nei cui scritti italiani se ne trovano di analoghi: sicché le nostre correzioni, in questi casi, potranno valere come semplici glosse di chiarimento, libero il lettore di non tenerne conto. Di altri minuscoli ritocchi, e particolarmente di parecchi supplementi o