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Notizie sulle poesie varie del Vico

E SULLE PERSONE IVI MENTOVATE.

I. — Cfr. p. i io. Il cupo pessimismo della presente poesia è da porre forse in relazione con le «debolezze ed errori» religiosi che travagliarono la giovinezza del V. (pp. 108-9, 155), e anche con le sue condizioni di salute tutt’altro che buone (nella dedica di questi Affetti a don Domenico Rocca, le dice piú che mai malandate). Pubblicata nei primi mesi del 1693 (forse nel febbraio), era stata scritta alcuni mesi prima tra le «selve» di Vatolla.

II. — Cfr. pp. 59, 91, 122. La raccolta nuziale, ove l’epitalamio fu inserito, venne promossa e curata dallo stesso V., e s’intitola: Vati componimenti per le nozze di don Giambattista Filomarino principe della Rocca e donna Alaria Vittoria Caracciolo dei marchesi di Sant’ Uranio (Napoli, Mosca, 1721). — Per l’ interpetrazione filosofica della poesia, che rappresenta il trapasso dal De costantia iurisprudentis (1721) alle Notae al Diritto universale (1722), tener presente, dell’una opera, sopra tutto il capitolo XXIII della seconda parte; dell’altra, i Canones mythologici. — Nei vv. 318-434 il V. dá, in forma scherzosa, un elenco dei principali collaboratori della raccolta sopra mentovata. Il «Capassi» e il «Cirillo» sono i giá ricordati Nicola Capasso e Nicola Cirillo, amici indivisibili, non solo, quali li dipinge il V., in vita, ma anche dopo morte, perché sepolti entrambi, per loro volontá, nella cappella Argento della chiesa di San Giovanni a Carbonara. Il «Lucina», il «Galizia» e «Giacinto» sono Giuseppe Lucina, Nicola Galizia e Giacinto De Cristofaro, sui quali cfr. pp. 109, in, 113. «Ippolito» è l’amico d’infanzia del V. Vincenzo d’ Ippolito (?-i74o), allora semplice avvocato, pòi consigliere (1735) e presidente (1736) del Sacro Reai Consiglio. Su Marcello Filomarino cfr. pp. 113 e 281: l’«altra Roma» è certamente Napoli, di cui il V., forse, augurava al Filomarino di divenire arcivescovo. Il «Poeta» è Gioacchino Poeta (?-i 753), collaboratore del V. anche in altre raccolte e allora professore di «primaria di fisica», poi (1735) di «primaria di medicina» nell’Universitá di Napoli. Per l’«Egizi», cioè per Matteo