Pagina:Vico - Autobiografia, carteggio e poesie varie, 1929 - BEIC 1962407.djvu/335

e da la povertá de le parole nata necessitá farne trasporti, nata necessitá farne raggiri, o mancando i raggiri e gli trasporti,

245da evidenti cagioni o effetti insigni

o dalle loro piú cospicue parti o d’altre cose piú ovvie ed usate, co’ paragoni o simiglianze illustri o co’ vividi aggiunti o molto noti,

250s’ingegnáro a mostrar le cose istesse

con note propie de le lor nature, che i caratteri fúr de’ primi eroi, ch’eran veri poeti per natura che lor formò poetica la mente,

255e si formò poetica la lingua;

ond’essi ritrovár certe favelle, che voglion dire favole minute dettate in canto con misure incerte, ed i veri parlari o lingue vere 260gli uomin dianzi divisi unirò in genti

e le genti divise unirò a Giove, ond’è il mio sommo Giove eguale a tutti; e tal fu detto favellare eterno degli uomini, de’ dèi, de la natura,

265onde nefandi son, né mai pòn dirsi

ch’era in lor favellar, non mai pòn farsi le madri mogli ed i figliuoi mariti.

E si la forza de’ bisogni umani e la necessitá scovrirgli altrui 270e la gran povertá de le parole

e la virtú del ver comune a tutti, che mostrò l’utiltade a tutti uguale, destáro unite il tuo divin furore, di che pieni que’ primi eroi poeti,

275de’ quai fóro tra lor le greche genti

famosi personaggi o coraun nomi