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ci preme di spiegare le cose delle menti per rapporto a quelle de’ corpi, lo che sembra confirmare generalmente il mio detto. Ella usa prima la sintesi per fare l’idea generai del suo eroe, e poi l’analisi per rincontrare tutti gli eroi nell’idea generalissima del principio archetipo piú dimostrato.

Questo si gran momento di cose della vostra opera io confesso che perdei di veduta e non iscorsi un grande argomento di vostra somma e sovrana lode: c’ ha Ella trasportato alle cose morali e metafisiche il maraviglioso Organo di Bacone da Verulamio, c’ha dato cotante discoperte in fisica e in medicina, con usar l’induzione, perché con essa si facci incetta di particolari, come istorie naturali, osservazioni ed esperienze per via della sintesi, onde si formino poi i principi generali da rincontrarli per tutta l’estensione de* loro generi. Ho l’ardir d’afTermare che le vostre sono digressioni, eh’ Ella niega di esserlo, ma sono digressioni demosteniche; nel qual maraviglioso disordine consistono i terribili suoi entimemi, che finge uscir dal proposito e tratto tratto va in lontanissime parti, dove truova argomenti che, con una felice speditezza d’ingegno al suo proposito fatalmente attaccati, tanto piú terribili quanto men prevveduti fa cadere i suoi fulmini sugli giá divertiti uditori.

L’opera poi, da Vostra Signoria illustrissima meditata giá innanzi col titolo Idea e sistema generale delle naturali e soprannaturali veritá , anzi trasfusa che trasportata in cotesta orazione, la rende piú maravigliosa, perché vi unisce la sapienza con l’eloquenza, che fu la favella filosofica ben parlante formata nella scuola di Socrate, con cui parlarono tutti gli accademici antichi greci, tra’ latini Cicerone e tra gl’italiani niun altro innanzi di Vostra Signoria illustrissima.

D’intorno all’argutezze delle voci eh’ Ella frequenta, giá ne la rimordeva la molta copia; ond’Ella potiá lasciarvi le piú necessarie che sieno insieme le piú naturali. Sto fermo (priego a perdonarmi di questa libertá che mi prendo per vostra gloria e mi perdoni) eh’ Ella concepisca il titolo semplice e brieve, e per ciò che gliene ho scritto e perché la novitá, la vastitá e la difficultá della proposizione o sbigottirá o alienerá il leggitore: