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di una maniera incomprensibile nelle due opere, che come due tesori della miniera inesausta e profondissima del di lei ingegno io conservo.

Bisogna però ch’io confessi ciò che Socrate disse dell’opera di Eraclito: «Magnani indolem spirant, qua intellexi ; puto idem fuere quae non intellexi. Veruni (non giá Delio ) Vico ipso notatore et explicatore opus habenl». E le giuro che niente piú io bramerei che di esserle vicino per poter essere istruito ed illuminato sopra di molte cose che non arrivo ad intendere per debolezza del mio ingegno e per mancanza di que’ requisiti accennati da Vostra Signoria sul fine dell ’Idea premessa alla sua Scienza nuova. Attenderò frattanto con impazienza le annotazioni che si è compiacciuta Vostra Signoria di porre sul margine di quella copia regalata a mio fratello. Per lo che gliene rendo infinite grazie, siccome per gli altri favori al medesimo impartiti e per gli onori da lui costi riportati singolarmente per le dimostrazioni e sentimenti di Vostra Signoria illustrissima; ma molto piú me le protesto obbligato e col piú vivo del mio cuore la ringrazio per i due opuscoli che si degna di mandarmi in dono, per la bontá che nutre verso di me e per lo aggradimento della stima ed ossequio che professo al suo rarissimo merito. Se poi Vostra Signoria avesse dato alla luce altre opere che piú non si ritrovassero, la supplico di darmene contezza per mia regola.

La ringrazio nuovamente pel favorevole giudizio di cui onora la mia Orazione , e che io stimo sopra quello di ogn’altro. Ma per mio lume mi premerebbe fortemente di essere avvisato con piena confidenza da Vostra Signoria di tutto ciò che per entro ci ha scoperto di difettoso, che certamente sará ben molto. Le giuro che riceverò tutto con intera docilitá e con piena soddisfazione.

Veneratissimo ed amatissimo signor Vico, mi permetta di sfogare secolei il mio cuore. Io peno e mi affanno per non essere in libertá ed in istato di portarmi costá e dimorare lungo tempo con essolei, a fine di approfittare delle sue sublimi e peregrine cognizioni. Piaccia almeno aU’altissimo Dio di aprirmi