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a cimento, per vedere se reggono sotto i’esperienze; le morali non piú si coltivano, sulla massima che la sola comandataci dal Vangelo sia necessaria; le politiche molto meno, approvandosi da per tutto che basti una felice capacitá per comprender gli affari ed una destra presenza di spirito per maneggiarli con vantaggio. Libri di giurisprudenza romana colta si fan vedere, e piccioli e radi, dalla sola Olanda. La medicina, entrata nello scetticismo, si sta anche sull ’«epoca» dello scrivere. Certamente i! fato della sapienza greca andò a terminare in metafisiche niente utili, se non pur dannose, alla civiltá, ed in matematiche tutte occupate in considerare le grandezze che non sopportano riga e compasso, le quali non hanno niun uso per le mecaniche, nelle quali due sorti di studi sembra che oggi vada a spirare la piú del suo giusto punto raffinata letteratura presente. Per tutte le quali parti dello scibile noverate, si vede apertamente la necessitá che han gli uomini di lettere di oggidí di secondare il genio del secolo, vago piú di raccontare in somma ciò che altri seppero che profondarvisi per passar piú oltre. Quindi essi devono lavorare o dizionari o biblioteche o ristretti, appunto come gli ultimi letterati della Grecia furono gli Suidi (come, gli stessi che i greci, gli Ofmanni, Moreri, Baili), i Fozi colle loro Biblioteche , gli Stobei colle loro Selve , ed altri molti colle loro Egloghe , che a livello rispondono a’ ristretti de’ nostri tempi. E, in difetto anche di questi siffatti autori, per non languire le stamperie si sono ingegnati di allettar il gusto delicato e nauseante del secolo, ristampando libri con un sommo lusso di rami, con le piú vaghe delizie de’ bulini e con pompa sfoggiantissima di figure: talché si fatte ristampe sembrano somigliantissime alle salse, pur oggi introdotte, che allora si condiscono piú saporose ove sulle portate devonsi imbandire le carni e i pesci piú trapassati.

Qui in Napoli non sono stamperie di questo fondo né artefici di questa perfezione; e, quantunque vi si abbondi di acuti ingegni e di severo giudizio che potrebbero lavorar opere tutte nuove e tutte propie, sono però i nobili la piú parte addormentati da’ piaceri della vita allegra; que’ d’inferior fortuna sono