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II

Annunzio del De antiquissima italorum sapientia,
e ancora del De studiorum ratione.

Abbiamo per lettere che in breve il signor professore Di Vico sia per dare alla luce una dotta opera, in cui, con l’occasione di far vedere dalle parole latine la filosofia piú ascosa de’ romani antichi, stimata da lui in buona parte pitagorica, dará il saggio di un novello sistema da lui pensato. Il titolo dovrá esserne: De antiquissima Italorum sapientia ex lingua e Latinae originibus desumpta , ad esempio di Platone, il quale per la stessa via si diede nel Cratilo ad investigare la sapienza degli antichi greci. L’opera sará divisa in tre libri. Il primo abbraccerá la Metafisica , della quale la logica sará come appendice; il secondo sará la Fisica ; il terzo la Morale. Nella Metafisica, la quale giá a perfezione è ridotta, si tratteranno da’ loro principi molte cose accennate nella sua dissertazione De ratione studiorum , che veramente è come un prodromo di questi suoi aspettatissimi libri. E, poiché siamo venuti a parlar nuovamente di questa sua dissertazione, desidereremmo che, oltre a quanto se n’è in altro luogo parlato, anche le seguenti cose vi si avvertissero. I. Che quasi tutta la dissertazione è concepita, senza farne rumore, per dimostrare i danni, che fa il metodo geometrico trasportato dalle matematiche, le quali ne sono unicamente capaci, nelle altre scienze. II. Che i sistemi nuociono sommamente alle cose mediche, e particolarmente per essersi lasciato, dacché questi vi s’introdussero, di batter la strada tanto profittevole di arricchirla nella parte piú certa, che è quella degli aforismi e dei giudizi. III. Che oggi il fine di tutti gli studi è solamente la veritá, senza tener conto delPutilitá e della dignitá: la qual cosa arreca gravissimi danni alla prudenza civile, che in verun conto non soffre che delle cose agibili l’uomo pensi con metodo geometrico, per le ragioni che si adducono lá dove se ne ragiona. IV. Che i trevolziani, quantunque l’autore qui non gli nomini, prendono un abbaglio grandissimo intorno alla maniera di ben pensare, credendo essi che sia il medesimo sottigliezza ed acutezza d’ingegno; e che 1 francesi hanno sopra tutte le nazioni del