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Ma, lasciando il secolo, cioè i cartesiani filosofi di questo secolo, ritorno a voi : e sia con buona vostra licenza lecito dirlo, che, in replicarmi cotesto, non mi fate ragione. Io mi servo de’ vocaboli di «virtú» e di «potenze» appunto come se ne servono i meccanici, appo i quali sono voci celebratissime: con questo però di vario, ch’essi l’attaccano a’ corpi particolari, ed io dico esser dote propria e sola dell’universo. Io nella Risposici (p. 221) didimi la virtú: «lo sforzo del tutto, col quale manda fuori e sostiene ogni cosa particolare». E questo istesso. seguendo il buon gusto raffinato del secolo; perché parmi tanto dare conato a’ corpi, quanto alle insensate cose talento, appetito e voglia. Onde dissi apertissimamente (cap. iv, g in, p. 161): «Iam enim meliorum virtute physicorum illud disserendi genus per ’ studia ’ et aversiones naturae \ per ’ arcana eiusdem Consilia quas ’ qualitates occullas ’ vocant, iam, inquam, sunt e physicis scholis eliminata. Supe)est adhnc ex metaphvsica id ” conatus ’ vocabulum. Oliare quo disserendi genus de rebus physicis omnino perficialur, e physicorum scholis est ad metaphysicos amandandurn». Perché poi il conato sia uno nel tutto, e in conseguenza in tutti i disuguali movimenti sempre eguale a se stesso, i cartesiani medesimi il dovrebbero, in conseguenza de’ loro principi, raccòrrò. Essi ricevono con gli aristotelici la divisione del corpo in parti divisibili in infinito, nel che noi anche con esso lor conveniamo: perché Aristotile sconvien da Zenone in cose diverse, convien nel medesimo: egli divide in infinito l’estensione, l’attributo; Zenone dice indivisibile la sostanza, l’essenza (cap. iv, \ 11, pag. 155). «Itaquc miái videtur de alio Aristoteles cum Zenone contendere, in idem autem convenire. Nani ille de ac tu [cioè dell’attributo], áie loquitur de virtute [cioè della sostanza!». Riceveranno adunque la medesima divisione nel moto ; perché, data una bilancia equilibrata, onde pendano quanti si vogliano pesi uguali; s’aggiunga da una parte un granello: domando: se tutto o parte di quello lo faccia sbilanciare? Non dirá alcuno certamente tutto il granello, perché io il dividerò, e, con una parte forse, la bilancia anche sbilancerá. Torno a domandare