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Renato, ma piú tosto farle giustizia; e cosi l’appruovo nella ragione che ha, la disappruovo in quella che si vuole usurpare. Mi opponete (p. 226) altresi «che non trovate né pur vocaboli negli antichi autori, che Zenone e gli stoici insegnassero i miei punti metafisici». Confesso in veritá che, datamene l’occasione di meditargli dalla significazione delle due voci «punctum» e «mcmentum» (cap. iv, \ il, p. 153), io rivolsi il pensiero a Zenone. Perché ho sempre stimato che, siccome l’appoggiarsi tutto all’autoritá è camminare da cieco in filosofia, e fidarsi tutto al proprio giudizio è un andarvi senza nessuna scorta; cosi l’autoritá debba farci considerati a investigare le cagioni che mai potessero gli autori, e massimamente gravissimi, indurre a questo o quello opinare. Io avea, come tutti hanno, in grande stima quel filosofo, e particolarmente nelle cose di metafisica: dall’altro canto considerava la sua sentenza de’ punti, come Aristotile la ci rapporta, troppo improbabile: che ’l corpo consti di punti geometrici, che è tanto dire quanto una cosa reale comporsi di cose astratte. Quindi mi diedi seriamente a meditare quali ragioni mai potessero far probabile cotal sentenza. Di Grecia mi ricevetti di nuovo in Italia a Pitagora, che stimava le cose costar di numeri, che in un certo modo sono delle linee piú astratti. Quindi, riflettendo al grandissimo credito, che ebbero di sapere questi due principi di filosofiche sètte; e con la loro autoritá e con gli significati delle voci «punctum» e «momenlum» mettendo insieme quel che ora aggiungo, che da’ latini diceasi «vis» ciò che noi diciam «quantitá», e l’«essenza», che noi dicemo, essi con le voci «vis» e «potestas» (cap. iv, l 1, p. 151) spiegavano; e aggiungendovi la comun de’ filosofi, che pongono l’essenze in cosa indivisibile ed immutabile; e fermando tutte queste riflessioni sopra quello che per l’istessa via giá sui principi avea meditato (cap. 1, g 1), che talmente l’uomo opera nel mondo delle astrazioni come Iddio nel mondo delle cose reali : ne dedussi da tutto ciò in conseguenza che l’unica ipotesi, per la quale dalla metafisica nella fisica discender giammai si possa, sieno le matematiche; e che il punto