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Ili -SECONDO ARTICOLO DEL «GIORNALE DE’ LETTERATI» 2 U dell’antichissima italiana filosofia, ma fu da’ greci portataci nell’Italia? E qui non possiamo non dolerci dell’ingiustizia del signor di Vico, il quale nella sua Risposta (p. 212J incolpa noi a torto d’avere o mal intesa o mal riferita la sua dottrina dell’anima. Dice egli d’aver noi ragguagliato che esso scrivesse che «’l moto de’ nervi debbasi al sangue», tuttoché il dire ciò né pure siaci caduto in pensiero. Eccovi pertanto le nostre precise parole (p. 200): Quindi egli argomenta aver giudicato gli antichi sapienti dell’Italia l’animo e l’anima altro non essere negli animali che movimento particolare di aria, la quale, introdotta per via della respirazione nel cuore, e da quello nell’arterie e nelle vene, spinge quivi al moto il sangue; siccome, di lá insinuandosi [e chi? l’aria stessa; di lá, cioè dall’arterie e dalle vene] ne’ canali de’ nervi, e agitando il loro sugo, vi cagiona tutti que’ moti che alle facoltá sensitive soglionsi attribuire. Qui certamente noi non «ragguagliamo» lui dire che ’l «moto de’ nervi si debba al sangue», ma che quell’aria medesima, la quale cagiona i movimenti del sangue ne’ suoi vasi, passando poi ne’ canali de’ nervi, vi muova il loro sugo, ecc. Certamente pare che ’l signor di Vico commetta contro di noi quell’ingiustizia che riferisce l’autor dell’Arte del pensare (*), essere stato solito commettere Aristotele contra certi filosofi, a cui egli a torto attribuiva qualche grosso errore, per poi mostrare d’averli gagliardamente confutati. E, con tal occasione, risponderemo noi pure ad un’altra obbiezione, fattaci dall’autor medesimo nella suddetta Risposta , dove dice (p. 208): Quindi confuto non giá l’analisi, come voi ragguagliate, con la quale il Cartesio perviene al suo primo vero, lo l’appruovo, e l’appruovo tanto, che dico anche i Sosi di Plauto posti in dubbio di ogni cosa da Mercurio, come da un genio fallace, acquietarsi a quello: Sed quom cogito, equidem ium. (j) Parte I, cap. 19 .