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Ili-SECONDO ARTICOLO DEL «GIORNALE DE’ LETTERATI» 229 insegna il metodo come abbiamo a ben diffinire, a ben dividere, a ben giudicare, a ben discorrere, essendo ciò proprio dell’altre parti della loica; ma solo insegnaci come abbiamo tutte queste cose a ordinarle acconciamente e disporre, di modo che facile riesca e comodo l’acquisto della scienza propostaci. Pertanto, se si considera il metodo come un’ordinazione e disposizione di tali nostri pensamenti, e’ può sembrare una nuova operazione della nostra mente, distinta dalle tre prime; e, se si considera come un’arte di ben ordinare e disporre i medesimi pensamenti, egli allor sembrerá un’arte, non direttrice della facoltá del ragionare e discorrere, ma direttrice della facoltá dell’ordinare e disporre. Dal che noi concludiamo che, s’egli voleva introdurre nella filosofía una cotal nuova loica, egli era d’uopo il piú chiaramente diffinire que’ suoi termini di «topica», di «critica» e di «metodo», e di meglio stabilire colle sue ragioni quella si fatta dottrina. Abbiam noi pure qualche dubbio in ciò che egli insegna nel quinto capitolo (p. 167 sgg. j. Tal divario di significato hanno questi due vocaboli latini «animus» e «anima, che «anima» significa ciò con che viviamo, e «animus» ciò con che sentiamo. E perché «anima» pure i latini antichi chiamaron l’aria, e perché l’aria, come il corpo piú di tutti agevole a muoversi, sola è il principio di tutti quanti i movimenti dell’universo; perciò e’conghiettura che giudicasser coloro null’altro esser in noi l’animo e l’anima, fuorché movimento d’aria o aria che si muove dentro di noi. Laonde que’, che volgarmente oggidí chiamansi «spiriti vitali», sono la stess’aria, la quale, per la via della respirazione introdotta nel cuore e nell’arterie, quivi cagiona i movimenti del sangue, e Tassi il veicolo della vita. Cosi pure que’, che «spiriti animali» s’appellano, sono l’aria medesima, la quale, insinuatasi ne’ canali de’ nervi, viene a cagionarvi tutti i movimenti si di questi, come del loro sugo. Quindi e’ va discorrendo che i latini antichi, parlando dell’immortalitá, questa esser dissero degli «animi» e non dell’«anime». E la ragione si è, perché i movimenti dell’anima dipendono dalla macchina del corpo, che è corruttibile, e que’ dell’animo sono liberi, volontari e