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Ili SECONDO ARTICOLO DEL «GIORNALE DE’ LETTERATI D’ITALIA» Aveva giá dato alla luce il signor Giambattista di Vico il libricciuolo della sua Metafisica. -, e da noi fu riferito nel tomo quinto del nostro Giornale con molti segni di stima, come può esserne testimonio chiunque con animo spassionato vorrassi pigliare la briga di leggervi tutto il sesto articolo. Tuttavia a quel dotto signore è paruto il contrario, chiamandosi aggravato ed offeso da chi ne distese l’estratto, o dando esso una sinistra interpretazione a quelle lodi che degnamente si danno a lui dalla nostra sinceritá, o troppo acerbamente dolendosi d’alcune picciole cose che da noi con tutta modestia gli vengon opposte. E questa si è la cagione per cui contra i giornalisti s’è fatto a stendere la presente Risposta. Noi pertanto, solo indotti da quel rispetto che professiamo alla sua persona, acciocché non paia che da noi vilipendasi essa Risposta e ’nsieme l’autor suo, giudicato abbiamo d’essere tenuti di tessere il presente articolo, quinci una per una esponendo le doglianze del signor di Vico, e quindi soggiungendo modestamente le nostre difese. In tre capi egli divide (p. 203), e riduce a tre dubbi tutto ciò che a lui sembra che da noi nella sua metafisica si riprovi: i° che noi sopra T tutto desidereremmo di vedere provato ciò che a tutta l’opera è principal fondamento ed anzi singolare: donde esso raccolga che nella latina favella significhino una cosa stessa «factum» e «veruni», «causa» e «ne godimi»; 2 0 che ci siamo dati a credere che, nel compilar quel