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mente umana, e do tre arti per regolarle: topica, critica e metodo: «arti», io dissi, e non «facultá» (come voi ragguagliate), perché la facultá è quella che è indrizzata, regolata ed assicurata dall’arte. E qui, del metodo ragionando, propongo i vantaggi della sintesi sopra l’analisi, perché quella insegna la guisa di far il vero, questa va tentone trovandolo. Finalmente mi fermo in contemplare il sommo Facitore; e fo vedere che lo sia «Nume», perché col cenno o, per meglio dire, con l’istantaneo operare vuole, col fare parla: talché le opere di Dio sono i suoi parlari, che dissero «Fati»; con le uscite delle cose fuor della nostra opinione, è «Caso»; e, perché tutto ciò che fa è buono per l’universo, è «Fortuna». E da questa metafisica fo sparsamente vedere qualmente la geometria e l’aritmetica ne prendono certi finti indivisibili: quella il punto che si disegna, e questa l’uno che si multiplica: sopra le definizioni de’ quali due nomi la matematica appoggia tutta la gran mole delle sue dimostrazioni. Similmente la meccanica ne ha preso l’indivisibil virtú del muovere, il momento o il conato; e, fingendolosi ne’particolari corpi, vi innalza sopra le sue macchine. La fisica ne prende i punti metafisici, cioè l’indivisibil virtú dell’estensione e del moto; e da’ punti e da’ momenti per termini di meccanica, o sia di macchine, procede a trattare del suo proprio soggetto, che è il corpo mobile. La morale ne prende l’idea della perfetta mente del saggio: che sia informe d’ogni particolare idea o suggello, e che con la contemplazione e con la pratica dell’umana vita si meni come pasta, e si renda mollissima, per cosi dire, a ricevere facilmente gl’impronti delle cose con tutte le ultime lor circostanze. Onde provenga quella inditTerenza attiva del saggio, quella capacitá in comprendere molti e diversi affari, quella destrezza nell’operare, quel giudizio delle cose secondo il loro merito, e finalmente quel dire e quel fare cosi proprio, che, per quanto altri vi pensi, non possa piú acconciamente né dir né fare; onde tanto si commendano i detti e i fatti memorabili degli uomini sapienti.