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ragionamento primo - capitolo quarto 291


dimostro il regno romano essere stato aristocratico, e la libertá ordinatavi da Bruto essere stata signorile.

1443Ha svisato la scienza della romana storia; perché, i fatti pubblici uscendo da’ governi e i governi uscendo dalla natura di essi popoli governati, vedemmo sopra Gian Bodino perdersi col suo sistema politico, osservando i fatti degli antichi romani essere stati di repubblica ch’era di Stato nonché di governo aristocratica.

1444Finalmente ha danneggiato alla romana giurisprudenza, oscurandole la dovuta gloria d’essere stata la cagione di tutta la romana grandezza; perché, se gli Stati s’ingrandiscono con lo star fermi sui loro principi, la giurisprudenza principalmente fece grandi i romani, la quale religiosamente custodi i loro costumi, co’ quali fu dapprima fondata; e poi, essendo tai costumi passati e fissi in leggi nelle tavole, l’interpetrazione, fil filo co’ passi piú corti e piú tardi conducendole alle nuove nature, costumi e governi i quali vennero appresso, le tenne ferme incontro al corso, sempre andante a cangiarsi, che fanno nella loro vita le nazioni. La qual fu la fortuna cagione della romana grandezza, la quale non seppe veder Plutarco; onde Torquato Tasso poteva confutarlo nella Risposta: perché tal fortuna fu pur effetto della romana virtú, cosí della magnanimitá della plebe di volere le leggi scritte in tavole, come della fortezza de’ padri nel custodirle e sapienza nel ministrarle. Per le quali cagioni, siccome la piú eccellente al mondo fu la romana giurisprudenza, cosí fu sola al mondo la romana virtú, dalla quale provvenne sola al mondo la romana grandezza.