Pagina:Vico, Giambattista – La scienza nuova seconda, Vol. II, 1928 – BEIC 1964822.djvu/292

286 appendice


d’Alicarnasso. Per le quali apertamente si vede quanto benignamente i padri avevano dato orecchio alla pretensione de’ tribuni di «adeguare (come Livio dice) la libertá», che vi dovetter avvenire de’ grandi mutamenti e rivolte, talché fu d’uopo di mutarsi la forma dello Stato e criarsi un maestrato sovrano di dieci, tra’ quali entrato, Appio Claudio (perché i potenti ambiziosi, per una degnitá sopraposta, col promuover le leggi si fanno la strada alla tirannide) finalmente fecela comandare!

1434Ora — poiché questi due soli sono gli piú antichi autori i quali scrivono di tal fatto, e ne scrivono presso a cinquecento anni dopo, e sono cotanto tra essoloro contrari; — e i romani, nazione ch’attese alla villereccia ed alla guerra, non ebbero il privilegio, che non poteron aver i greci, nazion di filosofi, i quali infin al tempo del padre di Tucidide, il quale fiorí ne’ tempi piú luminosi di Grecia, essi non seppero nulla delle loro propie antichitá; — e, oltre di ciò, questi due autori avendoci lasciati incerti d’una delle due cose piú importanti alla storia, ch’è la geografia; ond’è venuta tanta varietá d’oppenioni, ch’altri l’han fatto venire da altre cittá del Lazio, e nominatamente dagli equicoli (forse indutti a crederlo dalla voce di «coltivatori dell’equitá»), altri da altre cittá d’Italia, Triboniano nell’Istituta la fa venire e da Atene e da Sparta; e tutto ciò perché i due primi autori non si accordano in questa parte (faccendola Livio venire da Atene ed altre cittá della Grecia; al contrario Dionigi la fa anco venire da altre cittá greche d’Italia, lasciata Sparta tralle cittá della Grecia, dalla qual sola meglio s’arebbe fatta venire che da Atene, poiché Platone ed Aristotile riprendevano le leggi spartane di troppa rozzezza e severitá): onde Tacito, scrittor avvedutissimo, per non esser còlto di falso, si pone al coverto e generalmente dice che fu una raccolta delle piú scelte leggi del mondo; — per tutto ciò, piú sano consiglio è di non credere né all’uno né all’altro, e tanta fede prestarne agli scrittori i quali tanto variamente ne scrissero appresso, quanto, per le ragioni critiche anzidette, essi primi autori ne meritano.