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IDEA DELL’OPERA

1113[18] ..... l’origine di celebrarsi le cittá, che fu di guardarsi da’ malori che porta l’uomo all’uomo, piú infesti di tutti quelli che abbia mai apportato alla generazione umana tutta la maligna natura, come vi fu filosofo che ne ragionò ben il calcolo; — l’origine delle giuridizioni.....; — l’origini della nobiltá vera, che naturalmente nasce dalle civili virtú, come da pietá, religione, prudenza ne’ consigli, temperanza ne’ piaceri, industria nelle fatighe, la quale co’ vizi a queste virtú contrari si perde; — l’origini dell’eroismo..... e quelli che usano il corpo vi ubbidiscano.

1114Il qual ordine se a taluni sembra che non sia eterno, perocché la mente allora è tale quando usa ragione, giustizia e veritá, e negli Stati spesso comandano la fraude, il capriccio, la forza; rispondiamo che ne faccino sperienza negli Stati mossi e turbati, ne’ quali que’ che comandano sono costretti dall’eterna necessitá di quest’ordine naturale di rivoltarsi alla mente e riporre il governo in mano de’ saggi e forti; i quali, se i principi non san vedere o non possono ritruovare, allora certamente essi anderanno a servire popoli e nazioni ch’avranno mente migliore. Ond’è falso quello: che ’l mondo fu sempre di coloro c’hanno piú forza di corpi e d’armi; ma vero è questo: che ’l mondo fu sempre di que’ popoli c’hanno piú forza di mente (che è la veritá) e quindi piú di civili virtú. Perché ’l mondo romano era giá ricolmo di viltá e sozzo di tutti i fraudolenti vizi quando fu lacerato e guasto da’ barbari, ch’eran incomparabilmente piú generosi, siccome coloro che avevano piú schiettezza e piú veritá.

1115[23] La tavola mostra i soli principi degli alfabeti, e giace rimpetto alla statova d’Omero, perché le lingue e i caratteri