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[CAPITOLO TERZO]

descrizione del mondo antico e moderno delle nazioni osservata conforme al disegno de’ princípi di questa scienza.

1088Questo corso di cose umane civili non fecero Cartagine, Capova, Numanzia, dalle quali tre cittá Roma temè l’imperio del mondo: perché i cartaginesi furono prevenuti dalla natia acutezza affricana, che piú aguzzarono coi commerzi marittimi; i capovani furono prevenuti dalla mollezza del cielo e dall’abbondanza della Campagna felice; e finalmente i numantini, perché sul loro primo fiorire dell’eroismo furon oppressi dalla romana potenza, comandata da uno Scipione Affricano, vincitor di Cartagine ed assistito dalle forze del mondo. Ma i romani, da niuna di queste cose mai prevenuti, camminarono con giusti passi, faccendosi regolar dalla provvedenza per mezzo della sapienza volgare, e per tutte e tre le forme degli Stati civili, secondo il lor ordine naturale, ch’a tante pruove in questi libri si è dimostrato, durarono sopra di ciascheduna finché naturalmente alle forme prime succedessero le seconde; e custodirono l’aristocrazia fin alle leggi publilia e petelia, custodirono la libertá popolare fin a’ tempi d’Augusto, custodirono la monarchia finché all’interne ed esterne cagioni che distruggono tal forma di Stati poterono umanamente resistere.

1089Oggi una compiuta umanitá sembra essere sparsa per tutte le nazioni, poiché pochi grandi monarchi reggono questo mondo di popoli; e, se ve n’hanno ancor barbari, egli n’è cagione perché le loro monarchie hanno durato sopra la sapienza volgare di religioni fantastiche e fiere, col congiugnervisi in alcune la natura men giusta delle nazioni loro soggette.

1090E, faccendoci capo dal freddo Settentrione, lo czar di Moscovia, quantunque cristiano, signoreggia ad uomini di menti