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annotazioni alla tavola cronologica | 67 |
quini, restituí la romana repubblica a’ suoi princípi, e, con
ordinarvi i consoli, quasi due re aristocratici annali (come
Cicerone gli appella nelle sue Leggi), invece di uno re a vita,
vi riordinò la libertá de’ signori da’ lor tiranni, non giá la libertá
del popolo da’ signori. Ma, i nobili mal serbando l’agraria
di Servio a’ plebei, questi si criarono i tribuni della plebe,
e gli si fecero giurare dalla nobiltá, i quali difendessero alla
plebe tal parte di natural libertá del dominio bonitario de’
campi: siccome perciò, disiderando i plebei riportarne da’ nobili
il dominio civile, i tribuni della plebe cacciarono da Roma
Marcio Coriolano, per aver detto ch’i plebei andassero a zappare,
cioè che, poiché non eran contenti dell’agraria di Servio
Tullio e volevano un’agraria piú piena e piú ferma, si riducessero
a’ giornalieri di Romolo. Altrimente, che stolto fasto
de’ plebei sdegnare l’agricoltura, la quale certamente sappiamo
che si recavano ad onore esercitar essi nobili? e per sí lieve
cagione accendere sí crudel guerra, che Marcio, per vendicarsi
dell’esiglio, era venuto a rovinar Roma, senonsé le pietose
lagrime della madre e della moglie l’avessero distolto dall’empia
impresa?
109Per tutto ciò, pur seguitando i nobili a ritogliere i campi a’ plebei poi che quelli gli avevano coltivati, né avendo questi azion civile da vendicargli, quivi i tribuni della plebe fecero la pretensione della legge delle XII Tavole (dalla quale, come ne’ Principi del Diritto universale si è dimostrato, non si dispose altro affare che questo), con la qual legge i nobili permisero il dominio quiritario de’ campi a’ plebei; il qual dominio civile, per diritto natural delle genti, permettesi agli stranieri. E questa fu la seconda legge agraria dell’antiche nazioni.
110Quindi — accorti i plebei che non potevan essi trammandar ab intestato i campi a’ loro congionti, perché non avevano suitá, agnazioni, gentilitá (per le quali ragioni correvano allora le successioni legittime), perché non celebravano matrimoni solenni, e nemmeno ne potevano disponere in testamento, perché non avevano privilegio di cittadini — fecero la pretensione