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uniformitá de’ principi nelle nazioni gentili 355


tra gli egizi. In cotal guisa, gli eroi, e i geroglifici significanti o le loro ragioni o le lor imprese, e buon numero degli dèi maggiori furono innalzati al cielo e apparecchiati per l’astronomia addottrinata di dar alle stelle, che innanzi non avevano nomi, com’a loro materia, la forma cosí degli astri, o sia delle costellazioni, come degli erranti pianeti.

729Cosí, cominciando dall’astronomia volgare, fu da’ primi popoli scritta in cielo la storia de’ loro dèi, de’ lor eroi. E ne restò quest’eterna propietá: che materia degna d’istoria sieno memorie d’uomini piene di divinitá o d’eroismo, quelle per opere d’ingegno e di sapienza riposta, queste per opere di virtú e di sapienza volgare; siccome la storia poetica diede agli astronomi addottrinati i motivi di dipignere nel cielo gli eroi e i geroglifici eroici piú con questi che con quelli gruppi di stelle, e piú in queste che ’n quelle parti del cielo, e piú a questa che a quella stella errante di attaccarvi gli dèi maggiori, coi nomi de’ quali poi ci sono venuti detti i pianeti.

730E, per parlar alcuna cosa piú de’ pianeti che delle costellazioni, certamente Diana, dea della pudicizia, serbata ne’ concubiti nozziali, che tutta tacita di notte si giace con gli Endimioni dormenti, fu attacata alla luna, che dá lume alla notte. Venere, dea della bellezza civile, attaccata alla stella errante piú ridente, gaia e bella di tutte. Mercurio, divino araldo, vestito di civil luce, con tante ali (geroglifici di nobiltá), delle quali va ornato (mentre porta la legge agraria a’ sollevati clienti), è allogato in un’errante, che tutta di raggi solari è coverta, talché di rado è veduta. Apollo, dio d’essa luce civile (onde «incliti» si dicon gli eroi), attaccato al sole, fonte della luce naturale. Marte, sanguinoso, ad una stella di somigliante colore. Giove, re e padre degli uomini e degli dèi, superior a tutti e inferior a Saturno, che, perch’è padre e di Giove e del Tempo, corre lo piú lungo anno di tutti gli altri pianeti. Talché mal gli convengono l’ali, se, con allegoria sforzata, vogliono significare la velocitá d’esso tempo, poiché corre piú tardo di tutti i pianeti il suo anno; ma le si portò in cielo con la sua falce, in significazione, non di mietere vite d’uomini, ma mieter biade,