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idea dell’opera


la plebe contro i Tarquini e, avendo liberato Roma dalla tirannide, ristabilí il senato e riordinò la repubblica sopra i suoi principi e, per un re a vita, con due consoli annali, non introdusse la popolare, ma vi raffermò la libertá signorile. La qual si truova che visse fin alla legge publilia, con la quale Pubblio Filone dittatore, detto perciò «popolare», dichiarò la repubblica romana esser divenuta popolare di stato, e spirò finalmente con la legge petelia, la quale liberò affatto la plebe dal diritto feudale rustico del carcere privato, ch’avevano i nobili sopra i plebei debitori. Sulle quali due leggi, che contengono i due maggiori punti della storia romana, non si è punto riflettuto né da’ politici né da’ giureconsulti né dagl’interpetri eruditi della romana ragione, per la favola della legge delle XII Tavole venuta da Atene libera per ordinar in Roma la libertá popolare, la quale queste due leggi dichiarano essersi ordinata in casa co’ suoi naturali costumi (la qual favola si è scoverta ne’ Principi del Diritto universale, usciti molti anni fa dalle stampe). Laonde, perché le leggi si deono interpetrare acconciamente agli stati delle repubbliche, da sí fatti princípi di governo romano si dánno altri principi alla romana giurisprudenza.

27La spada che s’appoggia al fascio dinota che ’l diritto eroico fu diritto della forza, ma prevenuta dalla religione, la qual sola può tener in ufizio la forza e l’armi ove non ancora si sono ritruovate (o, ritruovate, non hanno piú luogo) le leggi giudiziarie; il qual diritto è quell’appunto d’Achille, ch’è l’eroe cantato da Omero a’ popoli della Grecia in esemplo dell’eroica virtú, il qual riponeva tutta la ragione nell’armi. E qui si scuopre l’origine de’ duelli; i quali, come certamente si celebrarono ne’ tempi barbari ultimi, cosí egli si truova essersi praticati ne’ tempi barbari primi, ne’ quali non erano ancor i potenti addimesticati di vendicare tra loro le offese e i torti con le leggi giudiziarie, e si esercitavano con certi giudizi divini, ne’ quali protestavano Dio testimone e si richiamavano a Dio giudice dell’offesa, e dalla fortuna, qual fusse mai, dell’abbattimento, ne ossequiavano con tanta riverenza la