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[CAPITOLO SECONDO]

le repubbliche tutte son nate da certi princípi eterni
de’ feudi

599In cotal guisa, per la natura de’ forti di conservare gli acquisti e per l’altra de’ benefizi che si possono sperare nella vita civile, sopra le quali due nature di cose umane dicemmo nelle Degnitá esser fondati i principi eterni de’ feudi, nacquero al mondo le repubbliche con tre spezie di domini per tre spezie di feudi, che tre spezie di persone ebbero sopra tre spezie di cose.

600Il primo fu dominio bonitario di feudi rustici ovvero umani, che gli «uomini», i quali nelle leggi de’ feudi, al ritornare della barbarie, si maraviglia Ottomano dirsi i «vassalli», cioè i plebei, ebbero de’ frutti sopra i poderi de’ lor eroi.

601Il secondo fu dominio quiritario di feudi nobili, o sia eroici, ovvero armati, oggi detti «militari», ché gli eroi, in unirsi in ordini armati, si conservarono sovrani sopra i loro poderi; che, nello stato di natura, era stato il dominio ottimo che Cicerone, come altra volta si è detto, nell’orazione De aruspicum responsis riconosce d’alquante case ch’erano a’ suoi tempi restate in Roma, e ’l diffinisce «dominio di roba stabile, libera d’ogni peso reale, non solo privato, ma anche pubblico». Di che vi ha un luogo d’oro ne’ cinque libri sagri, ove Mosè narra ch’a’ tempi di Giuseffo i sacerdoti egizi non pagavano al re il tributo de’ loro campi; e noi abbiamo poco sopra dimostro che tutti i regni eroici furono di sacerdoti, e appresso dimostreremo che da prima i patrizi romani non pagaron all’erario il tributo nemmeno dei loro. I quali feudi sovrani privati, nel formarsi delle repubbliche eroiche, si assoggettirono naturalmente alla maggiore sovranitá di essi ordini eroici regnanti (ciascun comune de’ quali si disse «patria», sottointesovi «res», cioè