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274 libro secondo - sezione quinta - capo primo


guerre, per non agguerrire, ed una somma clemenza nelle vittorie, per non arricchir i plebei, come sopra se ne sono proposte due degnitá.

587Tutto questo grande ed importante tratto di storia poetica è contenuto in questa favola: che Saturno si vuol divorare Giove bambino, e i sacerdoti di Cibele glielo nascondono e col romore dell’armi non gliene fanno udire i vagiti; ove Saturno dev’essere carattere de’ famoli, che da giornalieri coltivano i campi de’ padri signori e, con un’ardente brama di desiderio, vogliono da’ padri campi per sostentarvisi. E cosí questo Saturno è padre di Giove, perché da questo Saturno, come da occasione, nacque il regno civile de’ padri, che, come dianzi si è detto, si spiegò col carattere di quel Giove del quale fu moglie Opi. Perché Giove, preso per lo dio degli auspíci, de’ quali gli piú solenni erano il fulmine e l’aquila (del qual Giove era moglie Giunone), egli è «padre degli dèi», cioè degli eroi, che si credevano figliuoli di Giove, siccome quelli ch’erano generati con gli auspíci di Giove da nozze solenni (delle quali è nume Giunone), e si presero il nome di «dèi», de’ quali è madre la Terra, ovvero Opi moglie di questo Giove, come tutto si è detto sopra. E ’l medesimo fu detto «re degli uomini», cioè de’ famoli nello stato delle famiglie e de’ plebei in quello dell’eroiche cittá. I quali due divini titoli, per ignorazione di quest’istoria poetica, si sono tra lor confusi, quasi Giove fusse anco padre degli uomini. I quali fin dentro a’ tempi della repubblica romana antica «non poterant nomine ciere patrem», come narra Livio, perché nascevano da’ matrimoni naturali, non da nozze solenni; onde restò in giurisprudenza quella regola: «Nuptiae demonstrant patrem».

588Siegue la favola ch’i sacerdoti di Cibele, o sieno d’Opi (perché i primi regni furono dappertutto di sacerdoti, come alquanto se n’è detto sopra e pienamente appresso si mostrerá) nascondono Giove (dal qual nascondimento i filologi latini, indovinando, dissero essere stato appellato «Latium», e la lingua latina ne conservò la storia in questa sua frase: «condere regna» — lo che altra volta si è detto, — perché i padri