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origini delle imprese e delle medaglie 205


vano le selve per aver il prospetto di contemplare donde venivano gli auspici dell’aquile, che volan alto piú di tutti gli uccelli. E forse quindi le cime ne furon dette «pinnae templorum», donde poi dovettero dirsi «pinnae murorum», perché sui confini di tali primi templi del mondo dopo s’alzarono le mura delle prime cittá, come appresso vedremo. E finalmente in architettura restaron dette «aquilae» i «merli» ch’or diciamo degli edifici.

481Ma gli ebrei adoravano il vero Altissimo, eli’ è sopra il cielo, nel chiuso del tabernacolo; e Mosè, per dovunque stendeva il popolo di Dio le conquiste, ordinava che fussero bruciati i boschi sagri, che dice Tacito, dentro i quali si chiudessero i «luci».

482Onde si raccoglie che dappertutto le prime leggi furono le divine di Giove. Dalla qual antichitá dev’essere provenuto nelle lingue di molte nazioni cristiane di prender «il cielo» per «Dio»; come noi italiani diciamo «voglia il cielo», «spero al cielo», nelle quali espressioni intendiamo «Dio». Lo stesso è usato dagli spagnuoli; e i francesi dicono «bleu» per l’«azzurro», e perché la voce «azzurro» è di cosa sensibile, dovetter intendere «bleu» per «lo cielo»; e quindi, come le nazioni gentili avevano inteso «il cielo» per «Giove», dovettero i francesi per «lo cielo» intendere «Dio» in quell’empia loro bestemmia «moure bleu!» per «muoia Iddio!», e tuttavia dicono «parbleu!», «per Dio!». E questo può esser un saggio del Vocabolario mentale proposto nelle Degnitá, del quale sopra si è ragionato.

II

483La certezza de’ domini fece gran parte della necessitá di ritruovar i «caratteri» e i «nomi» nella significazione natia di «case diramate in molte famiglie», che con la loro somma propietá si appellarono «genti». Cosi Mercurio Trimegisto, carattere poetico de’ primi fondatori degli egizi, quale l’abbiam dimostrato, ritruovò loro e le leggi e le lettere. Dal qual