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iii. il «de uno» 773


e il segno «§» per citare i capoversi o paragrafi dei men brevi di quei «capita». Del resto, chi ponga qualche attenzione ai diversi caratteri tipografici usati nei molti titoli marginali, s’avvede che, in ciascun caput, il primo titolo, stampato in maiuscoletto, ha funzione di titolo dell’intero capitolo, laddove ai successivi, stampati in «tondo», è assegnata quella di sottotitoli di taluni capoversi o paragrafi.

A differenza che nelle altre sue opere, tutte prive di apparato a piè di pagina, il Vico abbondò nel De uno (alquanto meno nel De constantia) precisamente di note a piè di pagina, i cui richiami sono indicati, non con numeri progressivi, ma, alquanto fastidiosamente, con asterischi ( (*), (**), (***), ecc.). Il fatto stesso ch’egli dá a siffatte note il nome di «loci»1 mostra che esse volevano essere — e sono in effetti — meri rimandi a luoghi o dello stesso De uno e del De constantia, o delle prime tre compilazioni giustinianee (Istituzioni, Digesto e Codice ) e (una volta sola) del Corpus iuris canonici, o di scrittori greco-latini, o, per ultimo, ma molto piú di rado, di autori medievali e moderni. I rimandi ai passi del De uno sono fatti, come s’è detto, per capitoli e paragrafi o capoversi, indicati quelli col numero ordinale correlativo, questi con la prima parola di ciascuno. I rinvii al non ancora scritto, e forse appena abbozzato, De constantia, sono fatti, a loro volta, o in modo vago o, se qualche volta con maggior pretesa di precisione, in guisa quasi sempre erronea. Le citazioni delle compilazioni giustinianee non sono ispirate a un criterio uniforme: onde, se qualche volta i passi vengono indicati, alla moderna, coi numeri dei libri, titoli, frammenti (pel Digesto) o costituzioni (pel Codice) e paragrafi, piú spesso il Vico adotta il sistema, ancora in voga nel Settecento, di trascrivere abbreviato il solo titolo e le prime parole del frammento o costituzione e del paragrafo. L’unica citazione del Corpus iuris canonici è così ingarbugliata («Cap. I de constit. lib. VI») che è occorsa qualche fatica per intenderla («Libro sexto Decretalium, I, 2 (De constitulionibus), 1»).

Degli scrittori antichi e moderni — salvo che per sant’Agostino, pel quale il piú delle volle è aggiunta persino l’indicazione dell’edizione, del volume e della pagina — lo stesso Vico, conforme l’al-

  1. Nell’errata-corrige ms. aggiunto all’esemplare postillato della Nazionale di Napoli ricorre spesso la dicitura «in locis», equivalente appunto a «nelle note».