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sinopsi del diritto universale 11


cielo, dai moti degli astri il credettero animato e che parlasse co’ fulmini. Onde nella scienza augurale è il verbo «contemplari», derivato dalle regioni del cielo, che dicevano «tempia», che gli áuguri disegnavano per osservare onde fulminasse o volasser gli uccelli («contemplari» i greci dicono θεωρείν, «meditari deum»).

[Mostra] che costoro, credendo il cielo dio, vergognandosi della sfacciata venere in faccia del cielo (onde poi la puritá per far sacrificio fu detta «castitas»), perciò si ritirassero, presasi ognuno una donna, in luoghi dove non lucesse, detti «luci», non mai da’ latini nominati senza alcuna religione. E, per istar fermi ove avessero copia d’acqua, osservato che gli uccelli fanno i nidi presso a’ fonti, seguitarono la lor guida per lo piú nei monti1, perché ivi scaturiscono per lo piú; e provenne la religione dell’acqua (ché i dèi stessi giurano per Stige, l’acqua profonda); e sí la natura gli fe’ trovare poi postati in luoghi forti, che dalla voce πηγή, «fons», «pagi» primamente furono detti.

Da’ greci Διός, da’ latini «Dius», come il mostra la voce «Diespiter», fu detto Giove; e ’l cielo e tutto ciò che è del cielo, «Dium».

E, credendo gli uccelli animali celesti, da quelli fondarono la divinazione negli auspici. E si nacque tra essi prima di tutto il ius divino, che dissero da principio assolutamente «ius», come lo stesso narra Platone de’ greci, che lo dissero δίαϊον, e per bellezza di prononzia poi aggiunservi il κ e fecero δίκαιον: ma i latini meglio dissero «Ious», donde forse venne l’obliquo «Iovis». Ma, poi che nacque il ius umano, si diede al primo l’aggionto di «divino».

I poeti fanno di tutto ciò un carattere, Giove, e l’assegnano l’aquila e il fulmine, le due cose piú osservate nella

  1. E ciò anco si corregge nelle Notae al libro primo, cap. CXLIX, [g§ 2], e nel corso dell’opera nel libro II, parte II, capitolo XX, al paragrafo De matrimoniis, dove si dimostra che i primi uomini fondarono l’umanitá senza alcuna riflessione, ma, guidati dagli auspici, furono portad a piantarsi in luoghi alti vicino a’ fonti [nota manoscritta del Vico].