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cominciando per acquistare dal signor de Putzer la strada di Monza; quindi tentò, ma indarno, di avere la cessione del privilegio per quella di Como dal sig. Volta. Quel rifiuto fu poi causa di lunghe e spiacevoli vicende; e chi ne sofferse fu il pubblico che non ebbe la strada. Diventato padrone il barone Eskeles della strada di Monza, non è a dirsi con qual calore ei si associasse al partito de’ Bergamaschi, vedendo ben chiaro che laddove fossero riesciti nell’intento, l’intera società doveva poi fare i conti seco lui, quando la linea avesse toccato Monza. Per dimostrare di quanta importanza fosse quella strada, ei faceva vendere e comperare da’ suoi agenti alcune poche azioni che erano in corso al 100 per % di agio; anzi le fece salire sino al 115 per %, come si può verificare nella Gazzetta d’Augusta del 1840 e 1841. Prima che sorgesse la questione bergamasca, l’onnipossente banchiere aveva emesso di suo capriccio promesse di azioni di una strada ferrata da Monza a Bergamo; ed il furore era tale in allora, che salirono al 30 per % di agio. Convien dire che i bancheri triumviri, per troppa fretta di guadagnare, ne facessero tante e dessero luogo a tanti inconve-