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sero per causa cotanto interessante non deve sorprendere nessuno, nè si può farne loro il menomo carico; per mala sorte, i caporioni dei diversi partiti non seppero conservar misura, alle ragioni mescolarono la satira, quindi il fiele municipale, che ben presto communicossi anche al pubblico, incapace di comprendere e giudicare questioni siffatte. Vi ebbero insulti da una parte e dall’altra egualmente riprovevoli.

Mentre i partiti agitavansi, occorrevano altri fatti relativi ad altre strade ferrate. Il signor Zanino Volta, di Como e figlio dell’illustre fisico, aveva ottenuto nel 1837 il privilegio per una strada ferrata da Milano a Como, e nel 1838 il signor de Putzer, di Bolzano, ne otteneva uno simile da Milano a Monza. Questi fu il più sollecito a valersi del suo privilegio; e dato principio ai lavori verso la fine del 1839, finì la sua strada (13 kil.) nel luglio 1840, e così li 18 agosto dell’anno stesso s’apriva la prima strada ferrata del regno Lombardo-Veneto1. In pari tempo il barone Eskeles dava principio al suo gran piano sopra l’Italia,

  1. La prima in Italia era stata quella da Napoli a Portici aperta il 5 settembre 1839.