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giore, e per ultimo è sempre d’uopo partire dal principio che la linea retta per Como annullava pressochè interamente la strada di Monza. Quattro milioni adunque sarebbero stati non già un equo ma un generosissimo compenso; il di più, ovvero le 760,000, può risguardarsi come un dono che gli azionisti fecero al signor barone col mezzo dei loro rappresentanti, ch’io ritengo essere stati piuttosto soprafatti che venduti, lo che potesse almeno servir di norma a futuri congressi di azionisti per non legarsi le mani in prevenzione quando si tratta di oggetti di vitale importanza. Dal quadro da me fatto si può giudicare anche delle esagerazioni del pubblico e qual conto si possa fare del milione e mezzo del costo primitivo della strada di Monza e dei sei millioni dell’ultima vendita; in pari tempo si avrà un’idea della prontezza di Vienna nel rendere giustizia, e qual ragione possano avere i plenipotenziari di menar vanto segnatamente poi della guarentigia accordata al signor Eskeles pel caso la strada non fosse tampoco attiva. Ma Vienna ha già deciso e quindi si taccia. — Il passato adunque è in perfetta regola. — Quanto al presente devesi dire che la direzione della strada spiega una