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correvano a farsi prenotare per avere azioni della strada ferrata lombardo-veneta, che allora appunto nasceva a pubblica vita. Essa era costituita di 50 mila azioni, di lire 1000 austriache cadauna, oltre 500 onorarie da distribuirsi fra i soci fondatori, che erano 36, dei quali 24 a Milano, 12 a Venezia. Questi soci fondatori avevano già tenuti altri congressi a Venezia e Verona; avevano già combinata la linea, che nella prima dimanda di privilegio — la quale partì di Venezia, e datava dal 29 aprile 1836 — era una linea quasi retta da Venezia a Milano, con braccia laterali per le città di provincia; e quel progetto in massima era stato approvato con sovrana risoluzione li 25 febbraio 1837. Però tali pratiche non potevano dirsi della società, non ancora formata, la quale si ebbe origine solo all’epoca indicata. Fra tutta quella moltitudine di genti, pochi assai pochi chiedevano azioni per proprio conto; i più s’affacendavan mandati da agiotatori e speculatori, che per coprire la loro avidità facevano intestare diversi nomi; molti di quelli che si fecero inscrivere non avevano mai sentito parlare di strade ferrate, ed erano incapaci di comprenderne le combina-