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modo da guadagnare per ambe le parti. Quanto ei facesse per ottenere il primo intento, abbiamo già veduto; ma fallito quello scopo, si accinse con maggior alacrità al secondo partito. Nel 1840 ei fece offrire al sig. Volta 50,000 lire (a quanto si diceva) per la cessione del privilegio; ma il signor Volta s’era fisso in capo di non voler cedere, sperando poter organizzare una società per azioni e guadagnare assai più; inoltre non voleva passare per Monza, ma andare a Como in linea retta. Da questo nacque che ogni passo ch’ei faceva per avere una delle mille concessioni che fa di mestieri ottenere, prima di poter usare di un privilegio avuto, era sempre tergiversato a Vienna, residenza della camera aulica e del barone Eskeles. Intanto la strada non si faceva, e gridavasi contro il Volta e con ragione; poichè, reso a lui impossibile il farla, doveva arrendersi e non privare il paese di tanto vantaggio. Finalmente, quando Dio volle, l’ostinazione del Volta fu vinta per assalto da certo Grassi, negoziante di Milano, il quale era un agente di Eskeles; ei riescì ad avere una lettera del Volta, nella quale prometteva di voler convenire a un contratto di cessione sotto date condizioni. Credo, pochi mi-