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non so poi se facendo bene o male. Quello che più importava al pubblico era che progredisse la strada; per questo eransi fatti tanti apparecchi, e si era nominata la nuova direzione. La quale pur troppo non corrispose all’aspettativa, anzi ne fu lontana. Non devesi però attribuire ad indolenza; poichè, se vi furono poche direzioni che producessero meno fatti, poche ve ne furono del pari che si adoperassero tanto e sempre indarno. L’ostacolo era Vienna. Non so se il piacere di umiliare ad un tempo persone distinte vi entrasse ad accrescere l’ostinazione aulica contro la strada di Milano; ma pare certo che Vienna si decise fino d’allora di castigare i Lombardi che osano sperare, e per questo vuole lasciarli gli ultimi di tutto l’imperio a fruire dei vantaggi delle strade ferrate. Per conseguir tale scopo, adottò quel suo sistema favorito, ch’è quello di concedere in apparenza per tergiversar tutto, e complicar talmente ogni cosa trascinandola nel vortice de’ suoi uffici, che per la concessione la più insignificante vi abbisognino anni. Per tal modo nulla ha potuto progredire; e mentre Vienna impediva tutto, facea pubblicare per mezzo delle sue gazzette che gli