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servi, i cani, i gatti, e un vecchio scimiotto: nè credo che dal diluvio in qua vi sia stata mai cucina più allegra.

Passando dalle stanze del del conte alle sue, madame de L*** udì quel tripudio. Suonò chiamando la fille de chambre, e ne chiese; e come seppe che il valletto del gentiluomo inglese avea col suo piffero messa in brio la famiglia, comandò ch’ei salisse.

Ma il cattivello, che non sapeva come presentarsele a mani vote, saliva le scale addossandosi mille e più complimenti in nome del suo padrone — v’aggiunse una serie d’apocrife inchieste sulla salute di madame — le significò che monsieur suo padrone era au desespoir1 temendo ch’ella si risentisse de’ disagi del viaggio — e per dir tutto, che monsieur aveva ricevuta la lettera

  1. «Qui in Parigi s’iperboleggia — ove una donna si compiaccia di un’inezia, ti dice: qu’elle est charmée — e se alcun’altra cosa la incanta, grida: ch’essa è rapita (e ciò può anche darsi) — e allora la terra non fa per lei, e ti fugge dagli occhi, e vola a cercar una metafora tra gli spiriti per dirti: qu’elle est extasiée: nè tu trovi donna di bon ton la quale non cada in sì fatte estasi sette volte al giorno — intendi ch’essa è spiritata, o si sente il diavolo in corpo» — Vedi Sterne, lett. e questa lettera è scritta al celebre Garrick.