La Fleur afferrando questo primo praticabile incontro, invitò il servo in un salotto della locanda, e ad onore del proprio padrone lo trattò di due bicchieri del vino migliore di Piccardia: e il servo in contraccambio, e per non cedere in cortesia, lo condusse à l’hôtel del conte de L*** dove La Fleur, perchè avea il passaporto spiegato sul viso, s’affratellò in grazia della sua prévenance, con tutta la gerarchia della cucina. E siccome un francese, qualunque abilità egli possieda, non ha ritrosía veruna a sfoggiarla, non erano corsi cinque minuti, che La Fleur s’era già tratto di tasca il suo piffero, e menando egli la danza, mise in ballo al primo preludio la fille de chambre1, il maître d’hôtel, il cuoco, la guattera, tutti i
- ↑ I Francesi alle cameriere dicono femmes de chambre; ma pare che Yorick volesse che le fossero tutte filles, poichè così sempre la chiama. Nondimeno il liber memorialis di Didimo chierico ammonisce caritatevolmente ogni viaggiatore: «Che ove prima non abbia bene imparati tutti i varj modi di proferire il vocabolo fille, non se lo lasci uscire di bocca; da che i francesi, sì per adonestare ogni pensiero immodesto, sì per la filosofica brevità del loro idioma sogliono accumulare parecchie idee in un solo vocabolo, e chiamano la loro fantesca, fille — la loro figlinola, fille — la vergine, fille — la misera peccatrice, fille — ec.» Lib. iii. n. 28.