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50 VIAGGIO


MUNDUNGUS, e la sua sterminata opulenza, percorsero tutto il gran giro, andando da Roma a Napoli — da Napoli a Venezia — da Venezia a Vienna, a Dresda, a Berlino: e non riportò nè la rimembranza d’una sola generosa amicizia, nè un solo piacevole aneddoto da raccontar sorridendo: correva sempre diritto, senza guardare nè a sinistra nè a destra, temendo non la compassione o l’amore l’adescassero fuor di strada1.

    scrittore amaro, e rigidamente tristo, e tanto malcontento di tutti, dice un giornale, ch’ei non la perdonava nè ad autori, nè a stampatori, nè a libraj, nè alle mogli de’ libraj. — Nella sua lettera 5 Marzo 1765 scrive da Nizza: «Il Panteo ha defraudate le mie speranze; pare un’enorme arena da galli senza tetto»: sanno i lettori che i galli in Inghilterra fanno da gladiatori. Quanto alla Venere de’ Medici, Smollet (lettera 28) contende a spada tratta, che la non sia altrimenti la statua della Dea, bensì di Frine quando ne’ giuochi eleusini uscì agli occhi di tutto il popolo nuda fuori del bagno.

  1. Mundungus: Sharp, chirurgo rinomatissimo, il quale poichè si vide arricchito lasciò l’arte e viaggiò, ma con l’anima irrigidita dall’arte e dall’età e forse anche dall’opulenza. E pubblicò certe sue lettere itinerarie alle quali Giuseppe Baretti rispose con un libro inglese intitolato The Italians dove prova: «Che Sharp dimorò per pochi mesi in Italia; che non sapeva sillaba d’italiano; e non avea per la sua nascita e per la sua professione accesso ne’ crocchi signorili; però sparlava come impostore di cose ch’egli non poteva conoscere».