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42 | VIAGGIO |
XV. | LA RIMESSA |
CALAIS
Mentre il capitanetto francese si liberava di noi, monsieur Dessein capitò con la chiave della rimessa a introdurci nel magazzino de’ suoi calessi.
La prima ad affacciarmisi, allorchè egli spalancava le imposte, fu un’altra vecchia sdruscita désobligeante; e quantunque fosse l’effigie sputata di quella che un’ora fa nel cortile m’avea dato tanto nel genio — il vederla, e il sentirmi rimescolare fu tutt’uno; e pensai che doveva pur essere un selvatico animale colui al quale venne prima nel cuore di costruire sì trista macchina; nè io aveva più di carità per l’uomo che si pensasse mai d’adoprarla.
Parvemi che neppur la signora ne fosse molto invaghita; e monsieur Dessein, come savio, ci guidò verso un pajo di sedie da posta una accanto all’altra; dicendo nel raccomandarcele, che le furono comperate da Lord A. e B. per il grand tour, ma che non oltrepassarono Parigi, ed erano buone per tutti i conti quanto se le fossero nuove — Erano troppo buone — e m’attenni a un’altra, e incominciava già a contrattarla — ma ci capiranno al più due persone, dissi tirando