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36 | VIAGGIO |
te di quella crisi, ed osservando la nostra dimestichezza s’avvisarono naturalmente che noi fossimo marito e moglie almeno; però soprastando su l’uscio della rimessa, l’un d’essi, ed era il viaggiatore curioso, c’interrogò: E domattina partirete voi per Parigi? — Posso rispondere per me solo, diss’io: e la signora soggiunse, che andava a Amiens. Vi abbiamo desinato ieri, disse il semplice viaggiatore — E voi andando a Parigi, mi disse l’altro, vi passerete propriamente per mezzo. Poco mancò ch’io non gli rendessi infinite grazie della notizia che Amiens fosse su la strada di Parigi; ma avvedendomi ch’io pigliava appunto allora tabacco nella scatoletta di corno del mio povero frate — risposi pacificamente con un inchino, ed augurai loro un tragitto prospero a Douvre — Ci lasciarono soli.
— Or chi pregasse quest’afflitta gentildonna perch’ella accetti la metà del suo sterzo? — e che male ci sarebb’egli? dissi tra me; e che infortunio tremendo ne verrebb’egli?
Ogni sordida passione, e trista propensione della mia natura gridarono all’arme, mentr’io proponeva il partito — Ci vorrà il terzo cavallo, dicea l’AVARIZIA; e ti trarrà di tasca un’altra ventina di lire — Tu non sai chi mai sia costei, dicea