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SENTIMENTALE | 31 |
versazione più confacente all’ingegno ed all’animo della signora, da che m’accorsi ch’io n’aveva mal conosciuto il carattere; ma mentr’ella rivolgevasi a me, vidi che gli spiriti i quali avevano animato la sua risposta, s’erano a un tratto smarriti — i muscoli rallentavansi; ed io contemplava di nuovo quell’aspetto di sventura derelitta che mi fece a bella prima tutto suo — Che passione a veder tanto brio mortificato dall’afflizione! — il mio cuore gemeva per lei di pietà — or voi anime assiderate vorreste provarvi di ridere: ma io avrei potuto abbracciarla — e senza arrossirne — e riconfortarla, anche in mezzo alla via, sul mio petto.
Le pulsazioni delle arterie delle mie dita compresse sovra le sue, le dicevano com’io stessi dentro di me: ella chinava gli occhi — e taceva; io taceva.
E in quella io temeva d’essermi tanto quanto provato di stringere un po’ più la sua mano, perch’io mi sentiva nella palma una sottilissima sensazione — non come se la signora volesse ritrare la mano — ma che ci pensasse — ed io irremissibilmente la riperdeva, se l’istinto, più che la ragione, non m’avesse guidato all’ultimo ripiego in tali frangenti — di tenerla lentissimamente e quasi lì lì per lasciarla da me; così ella lasciò correre,