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28 | VIAGGIO |
tu se’ una sedotta e seducente mariuola; e sebbene ci frodi sette volte al giorno con le pitture e con le immagini tue, tu hai sì dolci malìe, e tu abbellisci le immagini tue delle fattezze di altrettanti angeli di luce, ch’ei saria gran peccato a inimicarsi con te.
Quando fummo alla porta della rimessa, la signora abbassò dalla fronte la mano, e mi lasciò vedere l’originale — un volto di forse ventisei anni — d’un trasparente bruno vaghissimo, schiettamente adornato senza cipria nè rouge — e non era regolarmente bello; ma spirava un non so che, che nel mio stato d’allora m’attraeva che nulla più — mi toccava il cuore; ed immaginai che vestisse i caratteri d’un sembiante vedovile, e che il cordoglio avendo già superati i primi due parossismi si trovasse allora in declinazione, e andasse adagio adagio rassegnandosi alla sua perdita — se non che mille disgrazie diverse poteano avere dipinto di tant’afflizione quel volto; ed io mi struggea di saperlo — e se le bon ton della conversazione me l’avesse consentito come a’ dì d’Esdra, l’avrei interrogata senz’altro: — E che mai ti tormenta? e perchè se’ tu inquieta? e perchè è si turbato l’animo tuo1? — Insomma io mi sentiva della be-
- ↑ Quid tibi est? et quare conturbatus est in-