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20 VIAGGIO

abbiano più diligenti cultori o rendano frutti più certi che qui1 — ove le arti siano più favorite, e promettano di salire a tant’altezza sì presto — ove la Natura (giudicatela in complesso) meriti d’essere meno incolpata — ove in somma si trovi più ingegno e maggior varietà di caratteri, che ti sveglino l’intelletto — or, o miei diletti compatriotti, ove andate voi dunque? —

— Stiam qui solamente, mi dissero, guardando questo calesse —

— Padroni miei riveriti, diss’io, uscendo d’un salto, e salutandoli di cappello2 — E ci dava assai da pensare, mi disse l’uno ch’io conobbi per viaggiatore curioso, da che mai provenisse quel moto — Dall’agitazione, risposi freddissimamente, di chi scrive un proemio — Non ho udito mai, disse l’altro, che era un viaggiatore semplice, di proemio scritto in una désobligeante — Sarebbe riescito migliore, risposi, in un vis-à-vis3.


  1. Qui; ma non in Francia dove scriveva; bensì in Inghilterra dove avrebbe pubblicato, siccome poi fece, questo itinerario.
  2. Le parole, che l’autore, come tutti gli autori, scriveva predicando da sè, furono frantese da due inglesi che andavano nel cortile considerando quell’inquieto calesse.
  3. Carrozza chiusa, e da due sole persone, una a