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18 | VIAGGIO |
re un liquore vinoso; se poi squisito, scipito, o tollerabile, quel buon uomo non era sì nuovo de’ fatti di questo mondo da non sapere ch’ei non ci aveva che fare; ma che il successo pendeva tutto da quell’arbitro che comunemente chiamasi Caso. Ad ogni modo sperava; e così sperando, Mynheer1 per una presuntuosa fiducia nell’acume del proprio cervello e nella sagacità del suo accorgimento, arrischiava di capitombolare e con la sagacità e con l’acume nella sua nuova vigna, e denudando le sue vergogne farsi favola del paese2.
Così va per l’appunto pel povero viaggiatore navigante e posteggiante3 lungo i reami più colti del globo a caccia di cognizioni e incrementi.
Cognizioni e incrementi s’acquisteranno, nol niego, navigando e posteggiando per essi; ma se utili cognizioni, e incrementi da farne poi capitale, qui tu getti le sorti — e bada, che ove tu sia