Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
12 | VIAGGIO |
frate, ch’io nell’opposto canto adocchiava molto alle strette con una signora smontata allora all’albergo — tirai tra me e loro le tendine di taffettà; e siccome io aveva decretato di scrivere il mio itinerario, mi cavai di tasca il calamajo e la penna, e scrissi il proemio nella désobligeante.
VIII. | PROEMIO |
NELLA DÉSOBLIGEANTE
E’ fu, senza dubbio, da molti filosofi peripatetici già notato, che di propria irrepugnabile autorità la Natura piantò termini ed argini certi onde circoscrivere l’umana incontentabilità: il che le venne fatto col tacito e sicuro espediente di obbligare il mortale ai doveri quasi indispensabili di apparecchiarsi il proprio riposo, e di patire i travagli suoi dove è nato, e dove soltanto fu da lei provveduto di oggetti più atti a partecipare della sua felicità, e a reggere una parte di quella soma che in ogni terra ed età fu sempre assai troppa per un solo pajo di spalle. Vero è che noi siamo dotati di tal quale imperfetto potere di propagare alle volte la nostra felicità oltre que’ termini; così nondimeno che il difetto d’idiomi, di aderenze e di dipendenze, e la diversità d’educazione, usi e costumi attraversino tanti in-