Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
244 | NOTIZIA INTORNO |
se alcuno de’ suoi conoscenti accostavasi a lui, si levava di tasca un libretto, e per primo saluto gli recitava alcuni squarci di traduzioni moderne de’ poeti greci; e rimanevasi solo. Usava anche sentenze enigmatiche. Nessun frizzo; se non una volta, e per non ricaderci, rilesse i quattro evangelisti. Ma di tutti questi capricci e costumi di Didimo, s’avvedevano gli altri assai tardi; perch’ei non li mostrava, nè li occultava; onde credo che venissero da disposizione naturale.
XII. Dissi che teneva chiuse le sue passioni; e quel poco che ne traspariva, pareva calore di fiamma lontana. A chi gli offeriva amicizia, lasciava intendere che la colla cordiale per cui l’uno s’attacca all’altro, l’aveva già data a que’ pochi ch’erano giunti innanzi. Rammentava volentieri la sua vita passata, ma non m’accorsi mai ch’egli avesse fiducia ne’ giorni avvenire o che ne temesse. Chiamavasi molto obbligato a un Don Jacopo Annoni curato, a cui Didimo aveva altre volte servito da chierico nella parrocchia d’Inverigo, e stando fuori di patria, carteggiava unicamente con esso. Mostravasi gioviale e compassionevole, e benchè fosse alloramai intorno a’ trent’anni, aveva aspetto assai giovanile; e forse per queste ragioni Didimo tuttochè forestiero,