Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
tana, ed a sbrogliarsi de’ loro sabots1 — nè vi fu chi in tre minuti non si trovasse già bello e lesto sull’ajuola dinanzi alla casa. Il padre di famiglia e la sua donna uscirono ultimi; e mi posero a sedere in mezzo a lor due sopra un sofà d’erba accanto alla porta.
Fu già, cinquant’anni addietro, il buon vecchio un competente suonatore di viola — ma per allora suonava sufficientemente quanto al bisogno: la sua vecchierella gli faceva tenore canterellando — poi faceva pausa — poi ripigliava la sua canzonetta — e i loro figliuoli e nipoti ballavano tutti quanti davanti ad essi a quel suono.
Se non che, a mezzo il secondo ballo, nella breve pausa che vi frapposero, gli occhi di tutti s’alzarono; ed immaginai di scorgere ne’ loro sembianti certa elevazione di spirito che non ha che fare con l’esultanza che precede e succede all’innocente tripudio — parvemi insomma che la Religione s’accompagnasse alla danza — ma perch’io non l’aveva mai veduta in tale compagnia2, l’avrei per certo creduta una delle tante