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al tramontar del Sole io direi le mie preghiere; e quando avessi finito, tu soneresti il salmo della sera sul tuo flauto: nè l’incenso del mio sacrificio saría meno accetto, salendo ne’ cieli con quello d’un cuore straziato.
La natura stempravasi dentro di me mentr’io parlava; e Maria osservando che il fazzoletto ch’io mi traeva di tasca, era omai troppo molle per asciugarmi gli occhi, voleva lavarmelo nel ruscello — E dove lo rasciugherai tu, Maria? — Nel mio seno, rispose — mi farà bene.
Tanto arde ancora il tuo cuore, Maria? le diss’io.
Io toccava una corda su la quale erano tesi tutti i suoi guai — fissò alquanto gli occhi smarriti sul mio volto; poi senza dirmi parola prese il suo flauto, e sonò l’orazione alla Vergine — La vibrazione della corda da me toccata cessò — in uno o due minuti Maria si riebbe — lasciò andare il suo flauto — e s’alzò.
E dove vai tu, Maria? — Dissemi, a Moulins — Vuoi tu, venirci meco? diss’io — Appoggiò il suo braccio sul mio, lentando la cordella al cagnoletto perchè ci seguisse — così entrammo in città.