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2 VIAGGIO

nera. — «L’abito che ho indosso (diss’io, dando un’occhiata alla manica) mi farà». — Mi collocai nella vettura di Douvre: il navicello veleggiò alle nove del dì seguente: e per le tre mi trovai addosso a un pollo fricassè1 a desinare — in Francia — e sì indubitabilmente, che se mai quella notte mi fossi morto d’indigestione, tutto il genere umano non avrebbe impetrato, che le mie camicie, le mie brache di seta nera, la mia valigia e ogni cosa non andassero pel droit d’aubain2 in eredità al re di Francia — anche la miniatura ch’io porto meco da tanto tempo, e che io tante volte, o Elisa3, ti dissi ch’io porterei meco nella mia fossa, mi verrebbe strappata dal collo. — Vedi scortesia! — e questo manomettere i naufragi di un passeggiere disavveduto che i vostri sudditi allettano a’ loro lidi — per Dio! Sire,

  1. Questo e parecchi altri vocaboli e modi francesi si sono serbati nella versione perchè furono dall’autore industriosamente inseriti e distinti nel testo.
  2. Gli averi del forestiero che moriva in Francia s’incameravano.
  3. Elisabetta Drapper, a cui l’autore quasi morente scriveva lettere d’amore spirituali, stampate sovente, e talvolta con quelle d’Elisa: ed Elisa scriveva più affettuosamente e più candidamente d’Yorick. Morì giovine; vedine l’elogio nella storia filos. di Raynal lib. 3. § 15.