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Il perchè si era, ch’io quella sera per due lunghe ore mi chiusi con una giovine; il che, diceva l’albergatore, è contro alle regole della casa — Sta bene; gli dissi: noi ci divideremo da buoni amici — dacchè nè la fanciulla sta peggio; nè io starò peggio — e voi vi rimarrete tale quale vi ho ritrovato — E’ ci vuol poco, rispose l’oste, a screditare un albergo — Voyez-vous monsieur! e additò la fossetta da noi lasciata a’ piedi del letto — Confesso che l’indizio per chi non udiva le discolpe era quasi una prova; ma l’orgoglio mio sdegnava di stare a contradittorio con l’oste. E l’esortai che se ne andasse a letto con l’anima in pace, perch’io voleva pure per quella notte dormire di buona voglia; e che domattina dopo la mia colazione avrei saldato il suo conto.
Cred’ella, monsieur, disse l’oste, che quando anche fossero venute venti ragazze, ne avrei fatto caso? — La è una ventina più del mio bisogno, diss’io — Purchè, aggiunse l’oste, venissero di mattina — Che? la differenza dell’ora fa differente in Parigi anche il fallo? — No; risposemi; ma lo scandalo — Una buona distinzione mi va subito al cuore; nè posso dire ch’io fossi pessimamente adirato contro a colui — Vedo, continuava l’oste, ch’egli è bene che un forestiero