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VIAGGIO
 


frangente — concedi ch’io mi risenta de’ moti che ne derivano, e che mi sono proprj com’uomo — e s’io li dirigo da uomo dabbene, mi confiderò in ogni evento nella tua giustizia — perchè tu, mio Dio! ci hai creati — nè ci siamo creati da noi.

Com’ebbi finita la mia preghiera, porsi mano alla gentile fille-de-chambre, e l’accompagnai fuori dell’uscio — nè si partì mai dal mio fianco fino a tanto ch’io chiudessi, e mi ponessi in tasca la chiave — e allora — essendo omai — ma non prima d’allora — omai certissima la vittoria, le appiccai un bacio sopra una guancia, e la scortai sana e salva sino alla soglia dell’hôtel.


LIII. IL MISTERO

parigi


E chi ha in pratica l’umano cuore può dire s’io poteva risalire sul fatto nella mia stanza — avrei tastato un freddo tono e rallentata con una nota minore la stretta d’una musica che m’aveva agitati tutti gli affetti — E però, poich’ebbi lasciata la mano della fanciulla — io mi rimasi soletto per alcun tempo su quella porta, a riguardare almanaccando chiunque passava — quando un oggetto venne a usurparsi egli solo tutte le mieconget-